Madre di tre gemelli prematuri ringrazia gli infermieri.

Stacey Skrysak è una giornalista e ha viaggiato molto per lavoro. Oggi, lei e il marito Ryan chiamano l'Illinois casa. Qualche anno fa, i due hanno deciso di mettere su famiglia e alla donna non ci è voluto tanto prima di rimanere incinta. Ma c'era una sorpresa: la donna aspettava una tripletta! Si trattava di una gravidanza a rischio e i tre bambini (un maschio e due femmine) sono nati con 17 settimane di anticipo. Una delle bambine è morta subito dopo la nascita, mentre gli altri due hanno lottato per rimanere in vita. Per Stacey e Ryan quello è stato un periodo molto duro e sono stati supportati dal personale dell'Unità di Terapia Intensiva Prenatale. La donna è così grata dell'aiuto ricevuto che ha voluto scrivere loro una lettera: 

"Gentili infermieri dell'Unità di Terapia Intensiva Prenatale, grazie per avere contribuito al nostro miracolo.

Si tratta di un mondo che in pochi vedono, un luogo dove i bambini più malati hanno la possibilità di lottare per restare in vita e che io e la mia famiglia abbiamo chiamato casa per circa quattro mesi. Può essere un'esperienza terrificante. La vita viene misurata in ore, a volte anche in minuti e l'esistenza cambia in un istante. Per me, è un posto dove la vita e la morte si sono scontrate: dove la gioia di portare una figlia a casa ha incontrato il dolore di assistere all'ultimo respiro di un altro. E anche se due dei miei tre gemelli sono morti ancora prima di lasciare l'ospedale, mi sento di dovere un ringraziamento a questo posto, dove i miracoli succedono e solo grazie a chi ci lavora con impegno quotidianamente.

Un giorno dopo il parto della mia tripletta, solo qualche ora dopo che la mia bambina era morta, mi sono risvegliata in terapia intensiva. Non potevo vedere gli altri miei due figli a causa delle mie condizioni di salute, ma un'infermiera mi ha fatto vedere una foto di loro ogni giorno dal mio letto, a testimoniare il miracolo della vita. Grazie a quell'infermiera che mi ha fatto conoscere i miei figli.

In quei primi giorni, il mio corpo era in quella Unità di Terapia Intensiva Prenatale, ma la mia testa era in confusione. La vista di quei corpi di neanche mezzo chilo mi aveva devastato, il mio corpo aveva fallito. I bambini non sopravvivono se nascono con un anticipo di 17 settimane. Il senso di colpa era forte, mentre guardavo la macchina che teneva in vita i miei figli. Eppure nessuna delle infermiere mi giudicava. C'era solo conforto e gentilezza, il che mi ricordava che Peyton e Parker erano in buone mani. Grazie per avermi dato speranza.

Quando avevano una settimana, ho guardato i miei figli, guardavo il loro petto sollevarsi a ogni respiro. Quando ero lì, persa dietro questa perfezione, vi siete avvicinate con un sorriso. Mi avete guardato chiedendo: "Sei pronta per prendere tua figlia?". Con gli occhi sgranati sono riuscita solo ad annuire con la testa, non ero in grado di parlare. Mia figlia non pesava neanche 500 grammi quando l'ho presa tra le braccia per la prima volta e ho messo la sua mano minuscola sul mio petto. Un momento che non dimenticherò mai.

Quando avevano cinque settimane, io e mio marito eravamo in una sala riunioni e attendevano gli aggiornamenti quotidiani sui nostri bambini. Ma abbiamo avuto una notizia devastante: nostro figlio aveva avuto un danno cerebrale. E quando ho spostato gli occhi dai medici all'infermiera, ho visto la sua tristezza. Quando siamo usciti, ho visto il nostro bellissimo Parker, inconsapevole, della fine imminente. E quando le lacrime sono sgorgate, lei mi ha abbracciato. Un gesto semplice che ha fatto la differenza, le parole non potevano nulla in quel momento. All'infermiera che era lì nel giorno peggiore delle nostre vite, vorrei dire grazie per avermi dato il conforto di cui avevo bisogno.

Due settimane dopo, il 16 Agosto, abbiamo guardato i medici staccare le macchine di nostro figlio. Ho cullato il piccolo Parker mentre gli dicevamo addio. Abbiamo condiviso alcune storie con alcuni del personale che erano lì con noi, presenti fisicamente e con lo spirito. Per le foto scattate, per le chiamate nei vostri giorni liberi per sapere come stavamo, per esserci stati. La mano gentile sulla spalla non è passata inosservata. Grazie per averci permesso di elaborare il lutto e di essere stati lì con noi.

E mentre le settimane passavano, la nostra piccola sopravvissuta faceva passi avanti. Ho imparato a bilanciare il dolore della perdita con la forza di Peyton, e ho avuto indietro la speranza che un giorno l'avremmo portata a casa. I sorrisi sono diventati più frequenti, quando facevate foto della nostra bambina e delle sue espressioni buffe e poi sono diventate risate quando l'avete iniziata a vestire. Non vedevamo l'ora di trascorrere le nostre giornate in stanza, a guardare la nostra piccola. Grazie al personale che mi ha dato la speranza e il senso di normalità in un periodo che era tutto tranne che normale.

Quando abbiamo preso le nostre cose e raccolto tutti i biglietti che gli infermieri avevano fatto per noi, mi ha preso un sentimento misto di eccitazione e tristezza. Stavamo lasciando un posto che era diventato una seconda casa. Stavamo lasciando i nostri nuovi amici, che erano diventati una famiglia in un momento critico della nostra vita. I sorrisi e gli abbracci quando abbiamo lasciato l'ospedale sono stati intensi e genuini. Vi importa veramente di ciascun bambino che arriva da voi.

Non è stata una persona nello specifico ad aiutarci, ma l'intero personale, che ha cambiato per sempre le nostre vite. Vogliamo ringraziare dal profondo del nostro cuore tutte le infermiere e gli infermieri che si sono presi cura dei nostri bambini. Grazie per essere stati, per averci dato la spalla quando avevamo bisogno di piangere, ridere o sfogarci. Probabilmente stavate facendo solo il vostro lavoro in quel momento, ma ci vogliono delle persone speciali in quel reparto. Grazie per aver lavorato al miracolo per i nostri figli".

Con l'aiuto di questi infermieri, Stacey e la sua famiglia hanno trovato la forza necessaria per occuparsi di Peyton. E credo che le parole di gratitudine di questa donna siano il miglior dono per chi fa questo mestiere.

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