Il disastro nucleare di Fukushima e il destino del bestiame.

Dopo il disastro nucleare di Fukushima, il governo giapponese dichiarò zona di evacuazione tutta l'aerea che si estendeva a circa 20 km di raggio dal luogo dell'incidente, e ordinò anche che tutti gli animali presenti in quest'aerea fossero sottoposti a eutanasia. Tuttavia, molti agricoltori si rifiutarono di uccidere le mucche, considerate al pari di "membri della famiglia". Da quel momento in poi, il destino del bestiame ha preso vie tortuose...

Prima del terremoto, c'erano circa 300 aziende agricole che si occupavano di circa 3.500 bovini nella zona considerata di evacuazione. Il disastro ha causato la morte di moltissimi animali, lasciando in condizioni pietose quelli che sono riusciti a sopravvivere... 

YouTube/ふくしま希望の牧場

Nonostante l'ordine ricevuto dal governo giapponese, 10 famiglie hanno resistito e circa 500 mucche sono state salvate. Mikiko Ikeda, della fattoria Ikeda, ad esempio aveva un solo pensiero: "le nostre mucche. Perché le nostre mucche devono essere uccise?". Naturalmente, si tratta di una situazione incresciosa. Gli agricoltori non possono più vendere carne o latte derivati da quegli animali e il loro mantenimento costa duro lavoro e denaro. Ma, come detto, c'è chi non intendeva rinunciare... 

YouTube/RAmediateam

Queste famiglie hanno anche assunto il rischio di esporsi in prima persona alle radiazioni, disobbedendo all'ordine di evacuare la zona. Nell'area ci sono restrizioni molto severe. 

Dopo aver attraversato tutte queste difficoltà, gli agricoltori hanno trovato tuttavia il modo di dare "valore" al bestiame. Fino a poco tempo fa, infatti, non c'erano stati studi a lungo termine su grandi animali esposti a radiazioni. A partire dal 2012 hanno iniziato invece ad effettuare controlli su sangue, urine, e DNA degli animali proprio grazie a chi ha deciso di mantenerli in vita. Gli studi hanno così dimostrato che se le mucche sono alimentate in maniera pulita, con mangimi incontaminati per 3 mesi, le sostanze radioattive vengono espulse dal corpo.

Facebook/Society for the study of livestock and farmland

I risultati di questi studi sono però stati accolti anche con sospetto e disappunto da gran parte della popolazione. Molti temevano infatti che questi risultati portassero di nuovo sul mercato prodotti contaminati. Il dottor Keiji Okada, professore alla Iwate University, tuttavia ha sottolineato che si tratta di ricerche importanti e che muovono i passi nella giusta direzione: "Potrebbero portare le persone a ripopolare l'aerea di Fukushima e a ricostruire ciò che hanno perso nella catastrofe". Ha inoltre ribadito: "Noi, come gli scienziati, controlliamo ciò che accade (o ciò che non accade) da un punto di vista totalmente neutrale".

Facebook/Society for the study of livestock and farmland

Ecco il video del bestiame subito dopo il disastro. Le immagini sono forti e potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno, quindi fate attenzione:

Questi poveri animali sono stati allevati per il consumo umano e molti sono morti a causa di un incidente causato da esseri umani. Mentre i dati raccolti da questi studi potrebbero rivelarsi utili di giorno in giorno, la ricerca richiede ancora molte energie e denaro. Ci auguriamo tuttavia che vada avanti portando in queste aree una nuova speranza.

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