Tragedia aerea in Russia: storia dell'unica sopravvissuta.

35 anni fa, una tragedia sconvolse l'Unione Sovietica, decine di innocenti persero la vita. Ai parenti delle vittime fu chiesto di mantenere il silenzio più assoluto. Sul posto era presente un solo testimone che oggi, finalmente, può raccontare la verità.

Nel 1981, Vladimir e Larisa Savitskij erano di rientro dalla luna di miele; la donna (appena ventenne) e il marito erano all'apice della felicità: li attendeva un futuro meraviglioso insieme.

YouTube

Il volo 811 è in fase di atterraggio verso l'aeroporto di Komsomolsk-on-Amur quando, alle 14:56 del 24 agosto 1981, entra in collisione con un aereo militare, infrangendo i sogni di Larisa e Vladimir.

YouTube

A un'altitudine di 5.220 metri l'aereo, che trasporta 38 passeggeri, si scontra con il bombardiere Tu-16. La morte, per la maggior parte dei passeggeri, arriva immediata: "Al momento dell'impatto tetto e ali volarono via. Tutti urlavano" - dice Larisa - "Mi voltai verso mio marito, capendo subito che non c'era più niente da fare per lui. Gli dissi addio e mi preparai io stessa alla morte imminente".

YouTube

Improvvisamente, davanti ai suoi occhi, passano alcuni frammenti del film americano I miracoli accadono ancora: "La protagonista si era salvata volando giù sul sedile dell'aereo e planando tra gli alberi della giungla" - dice Larissa- "Quindi decisi di fare la stessa cosa, utilizzando il sedile per attutire la caduta".

Attaccata con tutte le sue forze alla sedia, Larissa inizia otto interminabili minuti di discesa, pensando che ogni secondo sia l'ultimo. All'improvviso, avvista un bosco e capisce che la terra non è lontana. Ma a quel punto perde conoscenza.

YouTube

"Ho riaperto gli occhi e ho visto mio marito. Mi sedeva a tre o quatto metri di distanza", dice Larissa con la voce ancora rotta dal pianto, "Era come se fosse lì per dirmi addio".

YouTube

Anche a distanza di vent'anni, quei momenti di disperazione e solitudine riescono ancora a scuotere Larissa: passò ben due giorni alla ricerca di soccorsi, sebbene tutti pensassero fosse ormai morta. Solo il terzo giorno riuscì a imbattersi in alcuni pescatori: "Ho scoperto così che la mia famiglia pensava che non fossi sopravvissuta e che avevano già allestito la mia tomba", racconta Larisa.

YouTube

I giornali sovietici non scrissero della tragedia, che venne immediatamente classificata come un segreto militare. Ai parenti delle vittime venne chiesto il silenzio completo sull'accaduto, negando loro anche il diritto di piangere i familiari scomparsi.

Per lungo tempo Larissa fu tenuta in un ospedale militare dove non erano ammessi parenti o amici: "A mia madre", ricorda, "fu chiesto di non dire nulla". Solo molti anni dopo, nel 2000, iniziano a emergere dettagli sul disastro aereo e sulle possibili cause.

YouTube

Larissa, unica sopravvissuta, ha passato un lungo periodo di convalescenza a causa di tutte le ferite riportate durante l'incidente. Nonostante la perdita del marito e il trauma subito, alcuni anni dopo ha dato alla luce un figlio, riuscendo a rifarsi una vita. Guardando le foto scattate negli anni successivi, è difficile pensare quanta sofferenza abbia attraversato la vita di questa donna.

YouTube

"Sono i militari a dover essere condannati per l'accaduto - non avevano chiesto le rotte agli aeroporti civili" - dice Larissa. "Il 24 agosto festeggio il mio secondo compleanno. È come se una parte di mia fosse ancora lì, in volo, non ancora atterrata. E forse non toccherà mai terra".

Commenti

Scelti per voi