Questo cane è rimasto intrappolato sotto un edificio per tre anni.

Gli abitanti di Khabarovsk, Russia, lo hanno chiamato per anni "Il prigioniero di Azkaban" o  "Il prigioniero del castello". Ma la storia dietro questi nomignoli buffi è molto triste. Per motivi che non si conoscono, i residenti hanno finito per accettare il fatto che questo cane vivesse intrappolato in un piccolo buco tra due edifici. Per molto tempo nessuno ha fatto nulla per aiutarlo. Questa storia ha avuto inizio tre anni fa...

Youtube/VestiKhabarovsk

Qualcuno aveva voluto liberarsi del cane, all'epoca solo un cucciolo, buttandolo in quel buco. L'animale doveva essere così spaventato, che all'epoca non ha neanche provato a uscire. I residenti della zona lo hanno sentito piangere, ma nessuno ha mosso un dito per aiutarlo. A volte qualcuno gli portava del cibo e, grazie all'acqua piovana, è riuscito a sopravvivere nella sua trappola di cemento. Se in un primo momento doveva essere troppo spaventato per uscire, col tempo, crescendo in dimensione, non gli è stato proprio più possibile fuggire. Per tre lunghi anni ha vissuto nel buio completo.

Dopo questo lungo periodo, alcuni animalisti sono venuti a conoscenza della storia e hanno provato a liberarlo. Ma, per farlo, ci sarebbe stato bisogno di allargare il buco, quindi c'era bisogno di un permesso speciale. Purtroppo però i volontari si sono dovuti scontrare con le lungaggini burocratiche. Esasperati dalla situazione, hanno deciso di agire, senza il permesso ufficiale. La gente della zona era così stanca dei guaiti del cane che stava considerando di ucciderlo, non c'era più tempo da perdere! 

Questi attivisti hanno imbracciato gli arnesi e si sono messi al lavoro. Per contenere i danni, hanno allargato il buco solo il necessario perché una giovane e minuta donna potesse sgusciarci dentro.

La ragazza è riuscita a trovare il cane nel buio e a mettergli il guinzaglio. Con calma, il cane è stato tirato fuori e ha visto finalmente la luce del sole per la prima volta. Inutile dire quanto fosse spaventato e traumatizzato. Ma, nonostante tutto, stava bene. I volontari lo hanno trattato con molta dolcezza e lo hanno chiamato "Volya", che in russo significa "libertà".


La portavoce del gruppo di animalisti, Daria Stepantsova, ha raccontato di aver salvato molti animali, ma che questa situazione era davvero al limite. "Si trovava in un ambiente angusto, non c'era neanche spazio per respirare, c'era cemento ovunque. Ci sono stati momenti in cui mi sono sentita costretta in un ambiente claustrofobico, e ho pensato di essere rimasta incastrata. Era così stretto che non potevo girare la testa. Il mio corpo era coperto di graffi, ma ne è valsa la pena!".

ok.ru/Viknika Brend

Daria ha pubblicato alcune foto dei graffi sul suo corpo e dei suoi vestiti strappati, per dare un'idea alla gente di quanto fosse stato difficile salvare il cane. Ha comunque ribadito che lo avrebbe fatto di nuovo, e ha aggiunto scherzando: "Forse adesso la gente smetterà di provare a farmi mangiare perché sono troppo magra".

ok.ru/Viknika Brend

La storia di Volya ha suscitato l'interesse anche dei canali televisivi locali, il che ha reso più facile trovare una famiglia che lo adottasse. Auguriamo a questo cagnolino, fino ad ora molto sfortunato, un vita lunga, felice e, soprattutto, piena di giornate di sole!

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