Donna invitata a lasciare la palestra a causa del suo abbigliamento.

Jenna Vecchio, originaria di Ottawa, in Canada, un giorno indossa come sempre i suoi vestiti per l'allenamento e si dirige in palestra. Al principio tutto procede come sempre ma, poco dopo, la donna viene invece avvicinata da due dipendenti della palestra che la informano che i suoi vestiti sono "inappropriati". A parere loro, infatti, la mise di Jenna non è conforme alle regole della palestra, mettendo soci e dipendenti a disagio. Per tanto, le viene detto di indossare una maglietta se è intenzionata a proseguire il suo allenamento. 

Jenna si guarda la canottiera e i pantaloni da yoga. Incredula, non capisce dove sia il problema. Pertanto lascia la palestra ed è così arrabbiata che poco dopo decide di pubblicare su Facebook un post con le foto del suo abbigliamento, spiegando anche la sua versione della storia. La vicenda, e le spiegazioni che le sono state fornite, l'hanno fatta sentire davvero umiliata.

"Faccio parte del "Movati Athletic Club" di Orleans. Oggi, uno dei supervisori della palestra mi ha detto che il mio top non era adeguato, e che risultava offensivo per il personale e gli altri soci. A Movati ci tengono a un abbigliamento appropriato e non supportano abiti succinti. Inizio col dire che il mio top non era poi così diverso da quello di altre donne in palestra, l'unica differenza sta nella misura del mio petto, che sembra più grande rispetto a quello delle altre. Ho iniziato quindi a chiedere alle donne che incontravo se si sentivano offese dal mio abbigliamento, ricevendo risposte negative. Mi è stato chiaro quindi che le uniche due risentite erano le due donne del personanale, alle quali ho fatto notare che non ero vestita diversamente dalle altre. Mi hanno risposto che non era una questione che riguardava la misura del seno. Mi sono sentita umiliata e discriminata. Avere un corpo diverso significa avere delle regole diverse? Vorrei rendere pubblico questo episodio. Se non io non posso usare le canotte in palestra a causa delle misure del mio petto, allora questa regola dovrebbe valere per tutte le donne. 

SI TRATTA DI DISCRIMINAZIONE. MISURE DIVERSE NON DEVE VOLER DIRE REGOLA DIVERSE!

******CONDIVIDETE PER FAVORE!!!******

A Movati mi hanno detto che essendo un club privato, possono avere le loro regole. Ma la discriminazione NON VA BENE!

Ecco tre foto che fanno vedere il mio abbigliamento di oggi!
Fatemi sapere se pensate sia offensivo!
Ho anche aggiunto delle immagini prese dal sito, in cui sponsorizzano la palestra. E le donne indossano delle canotte!".

 

Il post è stato condiviso da circa 5.000 utenti e da donne di tutto il mondo che considerano ciò che è successo a Jenna una forma di "umiliazione del corpo".  Quando la palestra Movati Athletic è venuta a conoscenza di questa reazione, la loro agenzia stampa ha rilasciato questo messaggio: 

"Anche se non è stato intenzionale, l'abbigliamento della signora Vecchio non era così modesto come lei ha suggerito attraverso le immagini che ha condiviso di recente su Facebook e attraverso le interviste con i media, che hanno causato preoccupazione tra i membri del nostro personale. In seguito ai messaggi sui social media pubblicati dalla signora Vecchio, abbiamo condotto un'indagine approfondita che comprende resoconti di prima mano da parte dei membri e del personale della nostra palestra, a seguito anche di un incontro avvenuto con Jenna stessa, la quale sul momento sembrava banalizzare la posizione tenuta fino a quel momento. Al termine del nostro sondaggio, ci troviamo a confermare la decisione originariamente presa: la signora Vecchio era vestita in modo inappropriato per il nostro codice di comportamento. Il personale ha indicato nello stile eccessivamente "scoperto" della signora Vecchio una fonte di disagio per i frequentatori della nostra palestra. Mentre ribadiamo che in nessun modo si intendeva mettere in imbarazzo la signora Vecchio, tuttavia si è dovuto ribadire la necessità di affrontare la situazione con lei a causa del disagio espresso da altre persone. Anche se il nostro personale è stato professionale e discreto nell'approccio, e ha seguito la procedura di non chiederle di lasciare la palestra o di concludere il suo allenamento, lei e suo marito hanno scelto di ingigantire la questione trattandola pubblicamente".

Sembra dunque che ci siano due versioni molto differenti della stessa storia. Non potendo sapere cosa sia accaduto realmente, questa vicenda solleva comunque delle questioni interessanti da dibattere. E voi cosa ne pensate? Le persone dovrebbero coprirsi di più quando frequentano la palestra o sono libere di indossare ciò che vogliono? Jenna era davvero troppo scoperta oppure il personale della palestra era solo eccessivamente suscettile? Fateci sapere!

Fonte:

22 Words

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