Il nascituro è destinato a morire, ma i genitori decidono di tenerlo.

T.K. e Deidrea Lauxs sono felicemente sposati e non vedono l'ora di diventare genitori. Ma, quando la donna rimane incinta, i due si trovano a dover affrontare la più grande sfida delle loro vite.

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Già nelle prime ecografie i medici notano qualcosa di molto preoccupante: il bambino non sarebbe sopravvissuto più di qualche giorno dopo la nascita. A causa di un'alterazione dei cromosomi il piccolo è affetto dalla sindrome di Patau. In casi simili, molti genitori decidono per l'aborto soprattutto per compassione nei confronti del bambino, per risparmiargli la sofferenza che comporterebbe. 

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Deidrea e T.K. in un primo momento non avevano neanche la voglia di pensare, erano devastati, ancora sotto shock. I due volevano così tanto conoscere il loro bambino, tenerlo tra le braccia e stringerlo. E il dubbio li attanagliava, come è immaginabile.

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Dopo giorni di dubbi, i due hanno deciso di non interrompere la gravidanza, anche se sapevano che il bambino non avrebbe avuto tanto da vivere dopo la nascita.

E con il tempo, sono state tante le cose che hanno imparato sul feto: innanzitutto si trattava di un maschietto, la sua faccia non si era sviluppata "normalmente" (non aveva la bocca, solo un buco, che gli avrebbe reso particolarmente difficile respirare).

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Per Deidrea non era facile: la gente si congratulava con lei alla vista del pancione e lei si sentiva piena d'amore ma anche profondamente triste.

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I genitori sapevano bene che la vita di loro figlio si sarebbe consumata nel giro di pochi giorni. E, al posto di preparare la camera per accoglierlo, erano persino andati a scegliere la piccola bara.

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Il giorno del parto era quindi giunto, T.K. e Deidrea erano molto emozionati. Avevano atteso così tanto, finalmente avrebbero conosciuto il loro bambino. E poi, finalmente, era arrivato il momento di tenerlo tra le braccia.

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Il suo visino era deforme, i suoi reni non funzionavano bene e il cervello non si era completamente sviluppato, i polmoni erano deboli... Il suo nome era Thomas.

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Il secondo giorno hanno potuto portarlo a casa, un dono inaspettato! Molto meglio poter trascorrere del tempo insieme in un ambiente familiare. Il bambino prendeva molti farmaci e il trasporto a casa era pericoloso, ma in ogni caso i tre hanno lasciato l'ospedale.

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Date le circostanze, i due hanno trascorso ogni singolo momento con il figlio. Ogni momento era prezioso.

Ora dopo ora le cose cambiavano: Thomas diventava più debole, ma poi si riprendeva. E in quei casi speravano in un miracolo. Ma, solo cinque giorni dopo la nascita, il piccolo è morto, mentre si trovava in mezzo ai genitori.

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Lo hanno vestito per l'ultima volta, lo hanno abbracciato, baciato e tenuto stretto.

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Una volta al cimitero gli hanno dato l'estremo saluto, sapendo in cuor loro di avere comunque avuto la possibilità di dirgli ciao, prima di dirgli addio. Per loro ne era valsa la pena. 

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In questo video (in lingua inglese) molto toccante, la storia di questa coppia e del loro figlioletto:

Chiunque è artefice del proprio destino e senza dubbio T.K. e Deidrea hanno voluto scrivere la loro storia. Averla condivisa potrà sicuramente essere si aiuto e conforto per altre famiglie in situazioni simili.

Qualche tempo dopo i due sono diventati genitori per la seconda volta, di una bimba sana e forte.

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