Dopo l’ictus arriva la guarigione: 17enne lascia tutti senza parole.

Cody Dietz è un adolescente come tanti altri. Il 17enne ama andare in giro con gli amici e di tanto in tanto gli capita anche di bere. Ma, una notte trascorsa con un suo caro amico, ha cambiato la sua vita per sempre.

YouTube/PennStateHershey

Quando Bonnie Dietz di York, in Pennsylvania (Stati Uniti), quella mattina di giugno del 2008, ha provato a chiamare il figlio al telefono e non ha avuto risposta, ha subito avuto il sospetto che qualcosa non andasse. Dopo diversi tentativi falliti, la donna era ormai in preda al panico.

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Finalmente, il telefono squilla, ma a chiamare non è il figlio, ma l'amico con cui ha trascorso la notte dopo la festa del giorno prima. Il ragazzo spiega alla famiglia che il figlio è esausto e non può parlare. Il padre pensa allora che Cody abbia esagerato con l'alcol, ma vuole farselo passare. A quel punto l'amico mette il telefono all'orecchio di Cody, ma l'unico suono distinguibile è quello di un mormorio... 

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Mentre il padre non sembra essersi insospettito, per Bonnie non c'è da stare tranquilli: la madre decide quindi di chiamare i soccorsi in casa dell'amico. Il sospetto dei paramedici, una volta sul posto è che si tratti di un ictus. Cody viene quindi trasportato in elicottero nell'ospedale più vicino, dove i timori vengono confermati. Il neurologo dell'ospedale, il dottor Ray Reichwein, che ha in cura l'adolescente, è molto preoccupato: "Il tempo che passa tra l'ictus e la diagnosi è cruciale, le possibilità i recupero sono più alte se si interviene entro, al massimo, a 6 ore dall'episodio. Ma per Cody ne erano passate già almeno 12". Anche la TAC aveva evidenziato dei danni gravi nella parte sinistra del cervello. Le sue possibilità di sopravvivere non superavano il 20%.

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Il lungo lasso di tempo trascorso tra l'ictus e l'ospedalizzazione di Cody, aveva reso un intervento chirurgico necessario. I medici avevano dovuto rimuovere parte del cranio per ridurre il gonfiore. L'operazione era stata fatta in ipotermia: con questa procedura il corpo del paziente viene tenuto a una temperatura di 20 gradi. Si tratta di una tecnica utilizzata quando si deve operare a cuore aperto. In questo caso si rendeva necessaria, dal momento che il raffreddamento del corpo permetteva un consumo minore di ossigeno per il cervello, e quindi si scongiurava la perdita di ulteriori cellule cerebrali. Dopo ore passate sotto il bisturi, Cody era poi rimasto per tre settimane in un coma indotto. 

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Mentre Bonnie vegliava il figlio e temeva per la sua vita, si era ricordata che, durante la settimana precedente all'ictus, Cody aveva avuto dei comportamenti strani: parlava biascicando e molto lentamente, inoltre i suoi arti tremavano in continuazione. Adesso sapeva che erano dei sintomi...

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Ed è solo quando Cody viene svegliato dal coma che si possono valutare i danni. La metà destra del suo corpo è paralizzata e non sa più né leggere né parlare. I medici parlano di un lungo periodo di riabilitazione, che probabilmente non restituirà mai ai genitori il figlio così come lo conoscevano un tempo. Ma, nonostante queste previsioni poco incoraggianti, dopo appena 4 settimane, il ragazzo riesce ad articolare qualche parola. E, a 2 anni dai fatti, Cody ha recuperato al 100%.

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Dopo questa terribile esperienza, Cody e la famiglia vorrebbero allertare altri ragazzi e genitori su quali sono i sintomi che preannunciano un ictus: "Se solo fossi andato dal medico all'insorgere dei primi segnali tutto questo non mi sarebbe capitato". E sua madre Bonnie ricorda quali sono dei segni inequivocabili: sensazione di debolezza, paralisi facciale, difficoltà di parola e indebolimento della vista. "Il mio consiglio a tutti i genitori è quello di non trascurare nessuna di queste avvisaglie". 

Di seguito il video, in lingua inglese, che racconta nuovamente la storia di Cody:

Il problema principale per l'ictus è che i sintomi non sono facilmente individuabili da persone che non ci conoscono. Oltre al fatto che si pensa che è qualcosa che in genere succede alle persone anziane. In realtà, i medici hanno segnalato un aumento dei casi tra bambini e adolescenti, soprattutto considerando le cattive abitudini di quest'ultimi (come fumare, bere e assumere droghe). La tempestività dell'intervento, in questi casi, può salvare delle vite.

Fonte:

Scribol

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