Quest'uomo ha costruito una meravigliosa casa su un albero.

Impossibile non pensare a Cosimo Piovasco di Rondò, il protagonista del celebre libro di Italo Calvino “Il barone rampante”, il quale, con un atto di disubbidienza verso il padre, un giorno si alza da tavola, sale su un albero e non ne scende mai più.  

La vita sugli alberi è un sogno atavico e meraviglioso, che ci accompagna fin da bambini. Un sogno che è diventato realtà per una piccola comunità di abitanti del Piemonte.

12 adulti e un bambina. A sette metri di altezza, tra i castagni dei boschi dei Monti Pelati (in provincia di Torino) uomini e donne hanno edificato il primo villaggio “arboricolo” di Italia. 

Sono tutte persone con una vita perfettamente normale. Impiegati, ricercatori o manager, come Dario, il padre di Galatea (la più piccolina di questa comunità), che importa rum da Cuba e gestisce i propri affari nel mondo “civilizzato”.  Ma quando l’orario di lavoro è terminato, quando il sole tramonta e si fa ritorno a casa, queste persone invece che inserirsi di nuovo nel traffico cittadino, prendono vie più inusuali e remote, si addentrano nel bosco per raggiungere le loro case. 

Case a cui, a dire il vero, non manca proprio nulla. Sono costruite con le più innovative tecniche di bioedilizia e sfruttano i vantaggi delle nuove tecnologie. Si integrano perfettamente con l’ambiente circostante e offrono i comfort di qualsiasi abitazione: televisione, internet, telefono, vasca idromassaggio… ma il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente e con un’attenzione massima agli sprechi, che sono accuratamente contenuti.

Come è evidente, non si tratta di famiglie che intendono proporre uno stile di vita primitivo, né tantomeno condurre una vita da eremiti… ma trovandosi, come tutti noi, a scontare spesso la fatica e lo stress derivante dalla vita cittadina, hanno inseguito e realizzato il sogno di vivere in comunione con la natura almeno nel "tempo del riposo"…

Il sabato o la domenica, poi, quando non bisogna recarsi in città per lavorare, questa piccola comunità passa il tempo assieme, e l’ora del pranzo è annunciata per tutti con il suono magico di una conchiglia.

Un progetto davvero sensazionale, quello di questo villaggio, inaugurato nel 2002 e ancora oggi in espansione. Un’esperienza unica che incoraggia a riconsiderare il rapporto con la natura che ci circonda e l’idea anche di viver in comunione con gli altri, recuperando riti antichi che oggi sembrano essere sempre più minacciati dalla frenesia imperante della modernità. 

Se la storia di questo posto magico ti ha colpito come è successo a noi, condividila con tutti quelli che conosci. 

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