Salvato dai follower di Twitter pescatore ignaro: il pesce è velenoso!

L'utente di Twitter “Narathiga” (@narathiga), del Giappone, era andato a pesca ed era tornato a casa con un bel bottino. L'uomo non è un esperto, per cui era molto orgoglioso, tanto da aver deciso di scattare una foto. Aveva inoltre commentato che avrebbe preparato una “Kimo-jyoju” (una salsa di fegato e soia) e che si sarebbe goduto il pescato per cena.

"Guardate cosa ho pescato, un pesce lima!!! Preparerò una Kimo-iyoju e lo mangerò!!!" aveva scritto Narathiga.

Appena dopo aver pubblicato foto e messaggio, l'uomo ha ricevuto tantissimi messaggi da gente che lo metteva in guardia: si trattava di un pesce pericoloso, potenzialmente letale. 

 

"Non lo mangiare!".

"È velenoso! Non mangiarlo".

"Mortale!".

Si è così scoperto che il pesce non era un semplice lima, ma un aluterus scriptus, altamente velenoso. In genere questi pesci vivono nelle acque tropicali, ma in tempi recenti il loro habitat si è spostato più a nord a causa del riscaldamento globale.

Il problema è causato da una sostanza che si trova negli organi interni di questo pesce, dannosa per tutti gli animali, oltre che per gli uomini. Si crede che sia 70 volte più velenoso del pesce palla.

I sintomi da avvelenamento comprendono: vasocostrizione (ossia la chiusura dei vasi sanguigni), dolore ai muscoli, paralisi, convulsioni, contrazioni dei muscoli cardiaci, difficoltà a respirare e, a seconda della gravità, anche aritmia e collasso dei reni che possono portare alla morte. L'insorgere dei sintomi è piuttosto rapido, nei casi peggiori basta anche solo mezza giornata. Se invece l'avvelenamento è lieve, il corpo ha comunque bisogno di qualche settimana per recuperare appieno.

I pescatori esperti conoscono bene i pesci pericolosi, al contrario di chi è poco pratico.

Flickr/keiya

Dopo aver inviato i messaggi di allarme, gli utenti di Twitter hanno atteso con ansia notizie di Narithiga. Quando, a qualche ora di distanza, l'uomo non aveva ancora dato alcun segnale, la preoccupazione era cresciuta, il timore era quello che non avesse letto. Poi però è comparso questo tweet, e tutti hanno tirato un sospiro di sollievo:

"Ho letto il messaggio e ho liberato il pesce nell'oceano. Non l'ho ucciso. Avevo il cellulare scarico, mi dispiace per il ritardo con cui ho risposto. Mi scuso se ho causato allarme".

In tanti si sono detti felici dopo le parole dell'uomo. Cosa sarebbe successo se la foto non fosse mai stata pubblicata online? E in un momento in cui spesso ci si interroga sulla bontà dei social media, la storia di Narathiga ci ricorda che a volte possono anche salvare la vita. 

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